RICOSTRUZIONE
MICROCHIRURGICA DEL NERVO RICORRENTE
RICOSTRUZIONE DEL
NERVO RICORRENTE LESIONATO
Le lesioni del nervo laringeo ricorrente sono tra le possibili
complicanze della chirurgia del collo e del mediastino, principalmente negli interventi di Tiroidectomia.
Tutta la chirurgia
del mediastino e della regione anteriore del collo, compresa la chirurgia della
carotide e dei vasi epiaortici, nonché gli accessi
anteriori alla colonna cervicale, sono
gravati dal rischio di una lesione di tale nervo.
Sono state, inoltre, descritte in letteratura lesioni ricorrenziali iatrogeniche
nella chirurgia di distretti lontani dal decorso del nervo, a seguito di errori
tecnici legati all'uso della maschera laringea, in corso di anestesia generale.
È comunque nella chirurgia della tiroide (Tiroidectomia Totale o Parziale) che la lesione iatrogenica del Nervo Laringeo Ricorrente acquista un'incidenza
significativa, in considerazione degli stretti rapporti anatomici tra esso e la
ghiandola tiroide.
Il Nervo ricorrente danneggiato si può guarire ?
Oggi le lesioni del
nervo ricorrente possono essere riparate con tecniche di ricostruzione
microchirurgiche.
Il nostro Gruppo è tra i pochissimi in Italia (un altro gruppo al massimo è in grado di farlo) che ha le competenze tecniche e l'esperienza necessaria per questa operazione.
Nel caso di un danno del Nervo Ricorrente,per prima cosa bisogna essere assolutamente certi che la Corda vocale, sia davvero in paralisi.
Nel caso di certezza di una paralisi, si può decidere se vi è una indicazione alla ricostruzione del Nervo che deve essere effettuata rigorosamente presso un Centro di Eccellenza con Requisiti tecnologici nel settore della Microchirurgia Ricostruttiva.
Nel tempo immediatamente successivo all’intervento che potrebbe aver procurato la lesione, bisogna prudentemente attendere la diagnosi certa di paralisi, con le sue caratteristiche esatte,ed evitare decisioni per interventi senza possibilità di ritorno
La cordectomia od una tracheostomia,vanno realizzate,solo se indispensabili per la vita o per una insufficenza respiratoria.Infatti queste soluzioni non consentiranno poi più una eventuale Reinnervazione o Ricostruzione del Nervo
In conclusione qundi la possibilità di ricostruire un Nervo Laringeo Inferiore o Ricorrente,danneggiato in seguito ad un intervento chirurgico è una possibilità reale che consente il ritorno ad una voce utile.
La ricostruzione del nervo può essere effettuata tramite
neurorrafia termino-terminale, fascicolare, od utilizzando un innesto sia
intervenendo immediatamente, sia intervenendo in un tempo successivo.
Alternativamente si può eseguire un'anastomosi tra il N.L.I. e l'ansa
dell'ipoglosso, in particolare la branca terminale diretta al muscolo
sterno-tiroideo. Tali tecniche non
sono in grado di ripristinare una normale motilità della corda vocale, ma ne
migliorano comunque il tono ed il trofismo muscolare consentendo una adeguata
funzione fonatoria e ventilatoria.
Se hai bisogno gratuitamente di ulteriori informazioni, approfondimenti o di un parere, chiedilo direttamente il Prof. Andrea Ortensi
INDICAZIONE E TIPOLOGIE DI TRATTAMENTO
L'obiettivo del trattamento delle paralisi cordali unilaterali è quello di
risolvere le seguenti problematiche cliniche: impedire i fenomeni di
aspirazione, contrastare, se presente, la dispnea e recuperare una buona
funzione vocale. A tale scopo sono state proposte essenzialmente tre tipologie
di trattamento: le tireoplastiche, l'iniezione di sostanze inerti nella corda
vocale e le metodiche di reinnervazione microchirurgica. Le prime due, di
pertinenza otorinolaringoiatria, si propongono entrambe di medializzare, con
l'inserzione di materiale protesico, in maniera fissa la corda vocale,
stabilizzando al tempo stesso il piano glottico; la reinnervazione
microchirurgica si presenta, potenzialmente, come la soluzione più fisiologica,
proponendosi di restituire una certa funzione muscolare all'apparato laringeo.
Sfortunatamente nessun tipo di reinnervazione è in grado di ripristinare il
movimento attivo della corda vocale paralizzata.
Una
differenza deve essere posta fra le lesioni ricorrenziali riconosciute
intraoperatoriamente e quelle diagnosticale in base al riconoscimento di una
disfonia post-operatoria. In questi ultimi casi l'indicazione chirurgica va
posta dopo un'attesa fra i sei mesi ed un anno, per escludere la possibilità di
un recupero spontaneo che si osserva in circa la metà dei casi. Inoltre, anche
un'adeguata terapia foniatrica deve precedere il trattamento operativo sia per
la possibilità che questo si traduca in un sufficiente miglioramento funzionale,
sia per favorire i risultati dell'intervento.
Le
condizioni generali del paziente e la sintomatologia condizionano notevolmente
la scelta del trattamento. Condizioni scadute e frequenti episodi di aspirazione
mettono in secondo piano la funzione vocale. L'intervento più semplice e meno
costoso è rappresentato dall'iniezione di materiale inerte, tipo Teflon®,
per medializzare la corda; questo, inoltre, è di immediata efficacia e necessita
della sola anestesia locale. D'altra parte, però, offre solo modesti risultati
vocali, contro la sostanziale efficacia sui fenomeni ab ingestis. I limiti di
tale metodica sono rappresentati dalla sua irreversibilità e dalla scarsa
efficacia sulla capacità fonatoria. Le maggiori complicanze sono costituite
dalla migrazione od espulsione dell'impianto e dalla formazione di granulomi; ne
conseguono un peggioramento della qualità della voce ma anche, se pur raramente,
fenomeni ostruttivi della via aerea.
Una
tecnica analoga, che però prevede l'iniezione di sostanze biologiche
riassorbibili (Gelfoam®,
collagene), è stata proposta come soluzione temporanea nell'attesa di un
recupero spontaneo o nel tempo necessario alla reinnervazione.
Anche
nella tireoplastica classica viene ottenuta la medializzazione della corda
vocale mediante un impianto alloplastico; durante l'intervento, se eseguito in
anestesia locale, è possibile controllare la voce del paziente, modificando a
tal fine la forma e le dimensioni dell'impianto. Una tecnica combinata prevede
la realizzazione della laringoplastica, associata ad una reinnervazione con
lembo neuromuscolare: in pratica l'impianto alloplastico viene utilizzato come
misura per confezionare un adeguato flap
muscolare peduncolato sull'ansa dell'ipoglosso. Si evita in tal modo
l'atrofia della corda ottenendo, al tempo stesso, una immediata risoluzione
della disfonia.
La
tireoplastica si dimostra superiore all'iniezione di Teflon® nel garantire una buona fonazione ed ottimale nel
controllo dell'aspirazione. La tecnica è inoltre reversibile o modulabile con
successivi interventi. Le complicanze comprendono la migrazione dell'impianto,
la sua estrusione nelle vie aeree e l'ostruzione delle stesse per la comparsa di
ematomi o edema cordale. L'incidenza di complicanze è ridotta dall'impiego di
una tecnica accurata, con emostasi assoluta, prestando molta attenzione a non
procurare lesioni mucose o del ventricolo, ottenendo una salda fissazione
dell'impianto alla cartilagine.
Le
metodiche di reinnervazione rappresentano storicamente la soluzione più antica
proposta. La prima segnalazione in letteratura di una ricostruzione del N.L.I.
risale al 1909 ad opera di J. Horsley che descrisse un caso di riparazione del
N.L.I. in seguito ad una ferita d'arma da fuoco, ottenendo una completa ripresa
funzionale (almeno così è riferito) in tre mesi.
Nel 1926 Blalock e Crowe hanno eseguito uno studio sperimentale
sui cani, descrivendo tre casi di un parziale recupero del movimento della corda
vocale, senza atrofia della stessa, in seguito a neurorrafia del segmento
distale del N.L.I. sia con ansa dell'ipoglosso, che con il frenico e con una
branca del ricorrente controlaterale. Mediante studi istologici gli Autori
dimostrarono una crescita degli assoni dopo l'anastomosi in tutti e tre i casi.
Frazier e Mosser nello
stesso anno riportano una casistica di 10 pazienti nei quali il N.L.I. veniva
anastomizzato con l'ansa dell'ipoglosso a distanza di 8 mesi-11 anni dalla
lesione ricorrenziale monolaterale. Gli Autori hanno riscontrato un
miglioramento nel 60% dei casi in totale notando, però, che i risultati migliori
si ottenevano nella riparazione delle lesioni più recenti.
In contrasto a questi iniziali risultati incoraggianti, Hoover nel
1953 affermò l'insuccesso dei tentativi di ripristino della funzione laringea
dopo anastomosi nervosa tra N.L.I. ed ansa dell'ipoglosso. Tali dichiarazioni vennero ribadite e
specificate da Siribodi nel 1963, il quale dimostrò una ripresa dell'attività
elettromiografica dopo riparazione del N.L.I. ma non quella dei movimenti
funzionali. Egli suggerì che la rigenerazione aberrante delle fibre adduttrici e
abduttrici era la causa della mancata funzionalità laringea. Successivamente Crumley definì tale situazione come "sincinesia laringea".
Doyle, nel 1967, riporta una quasi completa ripresa funzionale
dopo anastomosi del nervo sia sui cani che sull'uomo; Gordon e McCabe, nel 1968, descrivono il ripristino funzionale delle sole fibre adduttrici
dopo sezione completa del nervo e riparazione immediata con anastomosi
termino-terminale.
Tashiro, nel 1972, evidenzia con esame elettromiografico la
ripresa funzionale, ma incoordinata, del nervo dopo riparazione. Tali risultati vennero confermati da Murakami e
Kirchner che, sempre tramite esame EMG, rilevarono la simultanea attivazione sia
dei muscoli adduttori che abduttori dopo reinnervazione, confermando l'ipotesi
di una crescita disordinata degli assoni.
Sato, nel 1974, eseguendo rilievi elettromiografici dopo
stimolazione diretta dei muscoli laringei, conclude che la scarsa funzionalità
di tali muscoli reinnervati dipendeva sia dalla crescita disordinata degli
assoni che dalla funzione muscolare danneggiata.
Mentre tutti gli Autori sono concordi nel ritenere che la
reinnervazione del laringe costituisce l'unica opzione terapeutica nelle
paralisi ricorrenziali monolaterali, notevoli controversie nascono su quale
nervo utilizzare nell'anastomosi per ottenere i migliori risultati funzionali.
Roger Crumley, che già in un suo lavoro del 1982 aveva espresso
delle perplessità riguardo la ricostruzione T-T del N.L.I., nel 1988 ha proposto l'utilizzo dell'ansa dell'ipoglosso, in particolare della branca
diretta al muscolo sterno-tiroideo. Egli raccomanda l'utilizzo di tale nervo per numerose ragioni. Innanzitutto la branca dell'ipoglosso diretta al
muscolo sterno-tiroideo è disposta in posizione anatomica favorevole nei
confronti del ricorrente stesso. Inoltre l'attivazione dello sterno-tiroideo
avviene prevalentemente durante l'inspirazione e, durante il ciclo respiratorio,
è possibile ottenere un tono di voce continuo. Infine la paralisi del muscolo
sterno-tiroideo, conseguente alla denervazione, causa un rilasciamento della
cartilagine tiroidea medializzando così la corda paralizzata, senza provocare
alterazioni funzionali o danni estetici. Lo stesso Autore, in un lavoro del
1991, riporta le conclusioni di uno studio effettuato su 20 pazienti operati con
tale metodica (di cui 12 con completo follow-up) nei quali ha ottenuto un buon
risultato funzionale.
Altri Autori sono in disaccordo con Crumley riguardo l'utilizzo
dell'ansa dell'ipoglosso ritenendo che la sua azione può dare come risultato
ladduzione della corda in inspirazione piuttosto che durante la fonazione.
Rice nel 1982 ha proposto l'utilizzo del Nervo Laringeo Superiore
considerandolo ideale per migliorare la fonazione nella paralisi unilaterale
della corda vocale. Egli sosteneva che tale nervo è attivo durante la fonazione ed è situato anatomicamente
vicino al N.L.I. Successive ricerche eseguite da Woodson hanno però dimostrato
che durante il normale ciclo respiratorio il muscolo crico-tiroideo viene
attivato prevalentemente durante l'inspirazione potendo determinare
un'ostruzione delle vie aeree. Crumley ha così commentato l'utilizzo del Nervo Laringeo Superiore: "Robbing Peter to pay
Paul", sostenendo che in tal modo verrebbe meno la normale azione adduttoria del
muscolo crico-tiroideo9.
Anche l'utilizzo del nervo ipoglosso quale potenziale donatore è
stato proposto per la reinnervazione laringea nelle paralisi ricorrenziali
unilaterali. Tali Autori, in accordo con quanto già detto da
Crumley, ritengono che un buon tono muscolare della corda, con o senza motilità,
debba essere preferito ad una corda mobile ma incoordinata, come si osserva in
qualche caso di reinnervazione diretta del N.L.I. Tuttavia, preferiscono
utilizzare il nervo ipoglosso e non la sua ansa in quanto con esso è possibile
evitare sia il fenomeno della sincinesia sia quello dell'inadeguato numero di
assoni rigenerati. Infatti tale nervo presenta sia il vantaggio di essere
costituito da oltre 9000 assoni divisi in 5 fascicoli nella sua porzione più
distale (si tenga presente che il N.L.I. è composto da circa 1000 assoni e
l'ansa dell'ipoglosso ne possiede ancora meno) sia di essere attivo quando è richiesta l'adduzione
della corda vocale, cioè durante la deglutizione e la fonazione, ed è inattivo
durante l'inspirazione. Bisogna anche tener presente che il nervo ipoglosso
viene impiegato con successo nelle reinnervazioni del nervo facciale con una
morbidità estremamente bassa.
Sorprendentemente non sono riportati in letteratura altri casi che
prevedano l'utilizzo di tale nervo per la reinnervazione laringea.
Recentemente, Chou e coll. hanno riproposto la neurorrafia
termino-terminale diretta, sostenendo che i pazienti sottoposti a tale
procedura, sebbene non avessero presentato una motilità attiva della corda
vocale, hanno comunque riportato un miglioramento della chiusura glottica
durante la fonazione con un conseguente incremento del tono e del timbro della
voce.
Risulta evidente come non esista un'univocità di pensiero riguardo
il trattamento ideale delle lesioni ricorrenziali monolaterali, sebbene molti
Autori sostengano la validità dell'anastomosi ansa-N.L.I.
La lesione iatrogenica bilaterale dei nervi ricorrenti pone,
invece, problematiche strategico-terapeutiche totalmente differenti. Nel caso in
cui la paralisi sia avvenuta in fase adduttoria e qualora non si ponga la
necessità di una tracheostomia d'urgenza per risolvere un'insufficienza
respiratoria acuta, si deve comunque prendere in considerazione il
confezionamento di una tracheostomia d'attesa nel caso di una dispnea
invalidante per valutare se dopo 6-12 mesi vi sia una ripresa funzionale, specie
nei casi in cui la paralisi è insorta progressivamente (ematoma, edema, ischemia
ricorrenziale?) dopo un intervento di tiroidectomia.
Nel caso, invece, in cui non vi sia la necessità della
tracheostomia bisogna comunque attendere
6-12 mesi per valutare una possibile ripresa funzionale che, qualora si
verificasse da un lato, potrebbe porre l'indicazione all'esecuzione
dell'anastomosi ansa-N.L.I.
In tutte le altre situazioni sarà un otorinolaringoiatra che
valuterà quale tecnica utilizzare per ottenere il giusto compromesso tra la
possibilità di ripristinare la funzione fonatoria ed il mantenimento di quella
respiratoria.
TECNICHE DI RICOSTRUZIONE DEL N.L.I.
La neurorrafia termino-terminale si esegue procedendo con l'accurata identificazione dei due
monconi sezionati (Fig. 17.1) (nei quali normalmente abbiamo riscontrato 4 o 5
fascicoli) ed apponendo 2-3 punti staccati epifascicolari in nylon 9-0 con
l'ausilio del varioscope M5
(ingrandimento 3,6-9X) oppure del microscopio operatore (ingrandimento 4-40X)
(Fig. 17.2).
Ortensi A. riferisce nella sua esperienza alcune ricostruzioni con neurorrafia termino-terminale, effettuate
contestualmente all'atto operatorio (tiroidectomia totale per tireopatia
plurinodulare). Successivamente l'Autore ha abbandonato tale metodica, così come
la maggior parte degli Autori esperti nel settore, per gli scarsi risultati
ottenuti. Infatti quando si esegue una neurorrafia termino-terminale il
risultato funzionale è aleatorio: può essere buono in alcuni casi, mentre per lo
più è scarso o nullo a causa della sincinesia dei muscoli adduttori e abduttori
con conseguenti fascicolazioni e scosse spasmodiche delle corde vocali.
Neurorrafia ansa dellipoglosso-N.L.I. In questo intervento si esegue un'incisione
leggermente obliqua che dal margine anteriore del muscolo sternocleidomastoideo
(o un paio di centimetri più lateralmente) si dirige inferiormente e medialmente
fino a livello del I-II anello tracheale. È possibile così accedere alla regione
paratracheale e identificare l'ansa
dell'ipoglosso anteriormente alla vena giugulare interna. Tale accesso, per
ovvie ragioni, non è necessario
quando la ricostruzione avviene nel contesto dellintervento in cui il N.L.I.
viene sezionato.
Si apre quindi la fascia tesa tra i muscoli nastriformi e il muscolo sternocleidomastoideo,
esponendo la vena giugulare interna. Si cerca la branca dellansa diretta al
muscolo sterno-tiroideo avvalendosi eventualmente dellausilio di un
elettrostimolatore (ma alcuni Autori non ne ravvedono una reale necessità), ed
una volta identificata viene sezionata a livello della sua inserzione muscolare
(Fig. 17. 3).
Alcuni Autori sostengono lutilità di sezionare a livello dellinserzione muscolare anche la
branca diretta allo sterno-ioideo oltre che quella diretta allo sterno-tiroideo,
entrambe rami dellansa cervicale, per ottenere una maggiore mobilizzazione
della stessa; inoltre questultimo ramo nervoso può essere utilizzato insieme al
ramo per lo sternotiroideo, aumentando così il numero di fibre nervose che
porteranno un ulteriore impulso al N.L.I.5.
A questo punto è opportuno fare alcune considerazioni anatomiche sullansa cervicale e sui
suoi rami.
Lansa cervicale (denominata nel passato ansa dellipoglosso)5 è formata dallunione di due radici nervose principali
che si anastomizzano alla loro estremità. Dallansa cervicale originano i rami
nervosi destinati ai muscoli nastriformi del collo (omoioideo, sternoioideo e
sternotiroideo). La radice superiore o ramo discendente dellipoglosso origina
dalla porzione superiore dellarco del nervo ipoglosso e discende lungo la
superficie laterale del fascio vascolo-nervoso del collo, frequentemente adesa
alla guaina carotidea. La radice inferiore o ramo discendente del plesso
cervicale origina dallunione di due rami cervicali, più comunemente C2 e C3, ed
assume una posizione postero-laterale rispetto alla vena giugulare interna32. I nervi diretti ai muscoli sterno-ioideo e
sterno-tiroideo sono branche terminali di un tronco comune che origina
dallestremità delle due radici principali, e presenta numerose varianti
anatomiche4.
Lintervento di reinnervazione prosegue, in tecnica microchirurgica e con ausilio di mezzo
ottico di ingrandimento, nella preparazione del moncone distale del N.L.I.
sezionato, che generalmente ha una lunghezza media tra i 2 mm. ed 1 cm. laddove
si inserisce in laringe, 2 cm. inferiormente allarticolazione crico-tiroidea.
Tale preparazione risulta, ovviamente,
più agevole nei casi in cui la ricostruzione avviene nellambito
dellintervento che ha determinato la lesione.
Si esegue quindi lanastomosi posizionando 2-3 punti staccati epifascicolari in nylon 9-0 con
lausilio del varioscopio o del microscopio operatore; questa fase presenta
delle difficoltà tecniche legate allestrema sottigliezza dei fascicoli di
questo nervo, forse tra i più delicati da manipolare tra tutte le strutture
nervose. Dopo il confezionamento dellanastomosi si iniettano 1-2 cc di colla di
fibrina per stabilizzare lanastomosi (Fig. 17.4). È necessario che al termine
della neurorrafia non vi sia tensione tra i due monconi suturati, poiché
altrimenti lanastomosi potrebbe essere danneggiata dalla fisiologica escursione
del laringe durante la deglutizione e la fonazione. È fondamentale altresì che i
due nervi abbiano un diametro congruente, perché se così non fosse non si
otterrebbero dei buoni risultati a causa del fenomeno della fuga assonale. A tal
proposito si consideri che il N.L.I. ha un diametro di circa 1 mm. e che il
tronco nervoso comune che dallansa cervicale si dirige ai muscoli sterno-ioideo
e sterno-tiroideo misura 0,9 mm di diametro5.
Per la valutazione dei risultati vanno presi in considerazione alcuni
parametri pre e post operatori. Tutti i pazienti vanno sottoposti a
videolaringoscopia postoperatoria; preoperatoria solo a coloro in cui viene
effettuato lintervento in elezione. Vanno analizzati criteri quali-quantitativi
(spettrografia vocale) della voce nellimmediato postoperatorio e a 6 mesi
dallintervento. Tutti i pazienti vanno preferibilmente sottoposti a terapia
riabilitativa foniatrica.
Ortensi A riporta 14 casi in cui ha eseguito unanastomosi tra il capo
sezionato distale del N.L.I. ed il ramo dellansa dellipoglosso diretto al
muscolo sterno-tiroideo; sei casi contestuali al riscontro operatorio della
lesione e otto casi ad una distanza variabile da 6 mesi a 5 anni
dallintervento. Di questi ultimi, in sei casi è ricorso intraoperatoriamente ad
iniezione di pasta riassorbibile (Gelfoam®)
della corda paralizzata al fine di darle un sostegno provvisorio per un periodo
di 8-12 settimane, nellattesa di una ripresa funzionale del nervo.
RISULTATI
Ortensi A. non riferisce complicazioni legate a nessuno degli interventi di reinnervazione.
La degenza postoperatoria non ha mai superato i 4 giorni. I primi due pazienti
della sua serie sottoposti a ricostruzione T-T per lesione unilaterale del
N.L.I. non hanno avuto un miglioramento del tono
e del timbro della voce ed alla videolaringoscopia non si evidenziava una
ripresa del tono della corda vocale paralizzata, che in un caso presentava
tremolio e fibrillazione tale da rendere necessaria uniniezione di Teflon® della corda
stessa, in quanto il paziente rifiutava un eventuale reintervento (ansa-N.L.I).
Dei casi trattati mediante anastomosi ansa-N.L.I., Ortensi A. riferisce un buon
miglioramento nel 70% dei casi, che è stato dimostrato sia dallaumento del tono
muscolare della corda vocale lesa alla videolaringoscopia sia dallincremento
della voce e del tono vocale. In questa serie di pazienti la reinnervazione era
avvenuta sia contestualmente al riscontro intraoperatorio della lesione sia
successivamente con intervallo di tempo tra i 6 ed i 31 mesi (media 20 mesi).
Dei rimanenti 4 casi, in 3 ha comunque ottenuto un incremento del tono della
corda vocale paralizzata dimostrato alla videolaringoscopia, sebbene
lincremento della voce e del tono vocale non siano stati del tutto
soddisfacenti, ed uno è sfuggito al follow-up.
In nessun caso trattato ha avuto un movimento attivo della corda vocale.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
La ricostruzione termino-terminale del nervo laringeo inferiore sezionato sembra essere la
più accettabile qualora la lesione venga riconosciuta nel corso dellintervento
chirurgico anche perché, a fronte di un limitato aumento del tempo operatorio,
consente il miglior affrontamento selettivo dei singoli fascicoli e non
compromette la possibilità di ulteriori procedure correttive. Nonostante
lapparente razionalità del trattamento, i risultati sono spesso deludenti,
anche se un lavoro recente6
rimette di nuovo in discussione tale teoria per i buoni risultati funzionali pubblicati dagli
Autori. Lanastomosi tra il capo laringeo del N.L.I. e lansa cervicale, in
particolare la sua branca terminale destinata al muscolo sterno-tiroideo, ideale
sia dal punto di vista anatomico che per il suo meccanismo dazione, sembra
essere una valida alternativa alla ricostruzione diretta del nervo sezionato,
specie nei casi in cui la ricostruzione avviene in un secondo tempo, in cui il
reperimento del moncone prossimale del nervo presenta notevoli difficoltà.
In considerazione dellelevato rapporto costi-benefici a fronte di risultati non sempre
eccellenti, i pazienti candidati a tale intervento devono essere coloro i quali
hanno una forte motivazione al recupero della loro perfetta funzione fonatoria:
pazienti in buone condizioni generali, di età non superiore a 70 anni, che
necessitano della loro voce per motivi professionali.
Le tecniche alternative a tale intervento, come la tireoplastica di tipo I secondo Isshiki e
le iniezioni cordali di Teflon®, se da una parte hanno il vantaggio di avere un minor costo (specie per quanto riguarda il
Teflon®), dallaltra non presentano gli stessi risultati
funzionali12.
Va oltretutto tenuto presente che mentre la tireoplastica di tipo I
secondo Isshiki è reversibile ciò non è vero per le iniezioni cordali di Teflon®.
Sulla base della sua esperienza Ortensi A. ritiene che la
ricostruzione termino-terminale del nervo laringeo inferiore sezionato non offre
generalmente buoni risultati funzionali, anche se recentemente, spinti da
risultati incoraggianti pubblicati in letteratura, ha eseguito delle
ricostruzioni dirette del nervo sezionato senza che si siano verificati i noti
fenomeni della sincinesia, pur non presentando nessuno dei pazienti un movimento
attivo della corda vocale.
Quantunque alcuni Autori abbiano eseguito esperimenti su animali utilizzando
nervi motori di maggior potenza (nervo ipoglosso e nervo frenico) facendo
intravedere ottimi risultati anche sulluomo, e quantunque altri Autori cinesi
riportino ottimi risultati eseguendo unanastomosi superselettiva con la branca
adduttoria del N.L.I. sezionato35, lo stato
attuale dellarte nel campo della reinnervazione del N.L.I. non offre comunque
in nessun caso la possibilità di una restitutio ad integrum.
È auspicabile che tali ricerche vengano applicate in campo clinico in un
prossimo futuro, nellipotesi reale di poter realizzare una reinnervazione
diretta e selettiva dei due gruppi di muscoli adduttori ed abduttori, superando
così la già descritta problematica della sincinesia35.
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