Piede diabetico, Lembi liberi microvascolari e nuovi concetti.
Dal 1980 ad oggi il nostro gruppo si è dedicato alle patologie
post-traumatiche degli arti ove esisteva una indicazione ad una ricostruzione
microchirurgica che per molti anni è stata condizionata dall'utilizzo dei Lembi
liberi microchirurgici.
Un lembo libero microchirurgico sia esso un semplice segmento
osseo, cutaneo o muscolare, può essere trasferito la una sede all'altra del corpo
a copertura od a vicariare una funzione muscolare.In circa un trentennio la
prima fase è passata attraverso una copertura della lesione cutanea
, ricollegando il lembo libero con le sue connessioni vascolari alla zona
ricevente;alcuni anni dopo i protagonisti sono i lembi compositi
, ossei-cutanei-muscolari, e nell'ultimo decennio lembi muscolari rivascolarizzati ma anche reinnervati, in grado di
sostituire funzioni muscolari anche complesse come nei casi di paralisi del
Nervo facciale, mediante il lembo di muscolo latissimus dorsi.
Le perdite di sostanza, di origine traumatica o iatrogena, di
spessore variabile e diversa localizzazione ha da sempre stimolato la fantasia
dei chirurghi di tutto il mondo nella realizzazione di lembi il più possibile
coprenti, sicuri e di minor morbidità per il paziente. I lembi locali furono poi
soppiantati dall'immenso fascino del lembo libero capace di maggiori coperture e
di soluzioni salvavita. Tutto questo ovviamente è sopravvisuto a scapito di una
enorme difficoltà tecnica, numerose complicanze post operatorie ed un risultato
estetico non sempre all'altezza delle aspettative. La ricerca del lembo ha
condotto verso il continuo uso di lembi peduncolati, di cui alcuni diventati di
gran moda: lembo d'avambraccio sull'arteria interossea posteriore, lembo di
Quaba, lembo di Maruyama, lembo di Littler, fino ai più moderni lembi
peduncolati come l'ALT di coscia. Quest'ultimo lembo permette, in mani esperte,
di ottenere ampie superfici con un minimo spessore per ottenere quindi un
migliore risultato estetico con una minore morbidità e rischi per il paziente.
Su questa scia si sono sviluppati poi i lembi propeller che attraverso un
disegno ad elica centrato su un'arteria perforante di calibro adeguato,
permettono una rotazione del lembo stesso di 180°, minimi rischi per il lembo e
per il paziente, ampie superfici di copertura e un ottimo risultato estetico. La
tecnica e mentalità microchirurgica trovano sempre più spazio anche in questo
campo, nel rispetto delle strutture neurovascolari, nella loro preparazione e
nell'anastomosi vascolare nel caso del lembo libero. Proprio questo lembo sta
tornando ad essere un'insostituibile risposta là dove gli altri lembi non
possono risolvere: copertura di ampi spessori, ferite ossee infette, piede
diabetico, situazioni queste in cui il risultato estetico passa in secondo piano
rispetto alla funzione di copertura.
Nell'ultimo periodo una patologia importante, ed in maggiore
diffusione, perché collegata al più ampio problema dell'invecchiamento della
popolazione, è quella del Piede diabetico.In questo settore i lembi
microchirurgici trovano una applicazione sempre crescente, naturalmente nel
rispetto della più rigorosa indicazione. In questa patologia infatti un lembo
libero microchirurgico ha una funzione di copertura , ma ha anche un ruolo di
apporto vascolare soprattutto quando la rivascolarizzazione viene effettuata su
vasi di più grosso calibro come l'arteria poplitea o la tibiale, mediante peduncoli vascolari molto lunghi.
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