I tendini della mano e dell'avambraccio.
I muscoli deputati alla flessione delle dita della mano si trovano
nell'avambraccio; sono deputati al movimento delle
dita attraverso la trazione di corde tendinee che collegano il muscolo all'osso. I tendini dei muscoli
flessori delle dita originano al terzo prossimale dell'avambraccio.
Il pollice ha solo il muscolo flessore lungo mentre ogni altro dito ha due muscoli flessori (flessore breve e
flessore lungo). Il primo si inserisce sulla seconda falange di ogni dito sulla faccia volare e piega la prima
articolazione interfalanfea mentre il secondo si inserisce alla base della terza falange sulla faccia
volare e piega tutto il dito sul palmo. Il tendine superficiale, arrivato alla seconda puleggia
anulare (seconda falange), presenta una divaricazione delle fibre, attraverso cui passa il tendine profondo. I
tendini flessori, dopo essere entrati nella mano, percorrono dei tunnel fibro-ossei formati da pulegge
anulari e a croce. La funzione delle pulegge è di permettere un'azione meccanica eccellente ai tendini
flessori impedendo il formarsi della corda d'arco tra il dito interessato e il palmo. erite profonde a livello della
faccia volare del polso, mano o dita possono solitamente causare rottura completa o parziale del tendine\i flessore\i. In questi
traumatismi può esservi il coinvolgimento anche di altre strutture, come le arterie, le strutture nervose e
la parte scheletrica. Il tendine flessore coinvolto può retrarsi per un effetto elastico dato dalla tensione
muscolare in senso prossimale, per cui il suo reperimento a livello della ferita risulta molto complesso.
Poiché molte lesioni accadono mentre le dita sono piegate per afferrare un oggetto, il rilascio elastico del tendine in seguito a lesione
comporta un immediato raddrizzamento delle dita e impossibilità alla prensione delle dita coinvolte.
Un tendine che ha subito una lesione parziale può ancora permettere alle dita di piegarsi e permettere una
presa ma generalmente accompagnata da dolore. Quando invece un tendine è lesionato completamente,
in dito non può piegarsi.
Guarigione tendinea.
Una volta posta diagnosi di lesione del tendine flessore, è necessario provvedere alla riparazione. La
riparazione può essere eseguita subito oppure può essere differita. La riparazione primaria è di solito
eseguita entro le prime 24 ore dall'evento traumatico: questa è la pratica preferita, perché la ferita non
presenta ancora tessuto cicatriziale e vi è minor rischio di infezione. La riparazione primaria differita si ha
quando sono passate più di 24 ore dall'evento traumatico. La riparazione secondaria differita è
eseguita in un tempo compreso tra 10 giorni e 6 settimane dall'evento traumatico. Al momento delle 6
settimane l'unità muscolo-tendinea è retratta e la guaina del flessore presenta aderenze cicatriziali ciò
rende difficile la riparazione diretta.
Cause:
Lesioni atraumatiche:
Tra queste distinguiamo quelle secondarie a patologia di natura dismetabolica e quelle secondarie a patologie
infiammatorie croniche o iatrogene. Per esempio nel paziente reumatoide si possono avere la rottura dei
flessori della mano all'interno di un dito come conseguenza di una tenosinovite infiltrante o a livello
del polso a causa dell'usura tendinea provocata dall'osso specialmente a carico del tendine flessore
lungo del pollice.
Lesioni traumatiche:
Nette da taglio
Lacero contuse
Da rottura sottocutanea
Da avulsione dell'inserzione ossea
Sintomi:
In caso di lesione parziale si avrà una possibile conservazione della funzione flessoria associata di
solito a dolore. Nel caso di una lesione completa si avrà deficit completo della flessione del dito sulla
mano.
Esami diagnostici:
Normalmente una visita medica specialistica è sufficiente per formulare la diagnosi che verrà, nei casi
dubbi, confermata dall'ECOGRAFIA o RMN.
Terapia:
Chirurgica per la ricostruzione del tendine o della sua inserzione ossea e per la liberazione da esiti
cicatriziali. Tra le tecniche chirurgiche a cielo aperto quella microchirurgica, è la procedura eseguita dalla
nostra equipe; tale metodica assicura oltremodo il rispetto delle strutture anatomiche più delicate, grazie
all'ausilio di mezzi ottici d'ingrandimento (2-4x) ed offre al paziente le migliori garanzie.
La riabilitazione fisioterapica di questo tipo di lesioni è fondamentale per la mobilizzazione precoce che
permette di intervenire sulla cicatrizzazione al fine di formare aderenze di tipo elastico per un migliore
scorrimento tendineo. La mobilizzazione va attuata proteggendo la sutura da un eccessivo stress e il
tendine dal rischio di rottura. Le ortesi (stecche o valve gessate e split in termo-
plastica) sono lo strumento principale di protezione da traumi esterni .
Dopo l'intervento, ed in base al tipo di lesione, il dito interessato deve essere bloccato nei movimenti e
protetto dagli urti. Deve essere pianificato un programma riabilitativo per 4-6 settimane. Tra il 12° e
il 14° giorno post-operatorio vengono rimossi i punti e consigliato confezionamento di split dinamico da parte
di fisioterapisti specialisti della riabilitazione della mano. Generalmente dopo 6 settimane dall'intervento,
il dito interessato può essere impiegato per sforzi di media entità, mentre dopo 3 mesi può essere usato
senza restrizioni.Si può riprendere il lavoro in 7-10 giorni nel caso di lavoro di concetto, in 30-90 giorni
nel caso di lavoro manuale pesante (in base al tipo di lesione).
I rischi legati all'intervento (fortunatamente molto rari) sono principalmente: la formazione di una cicatrice
dolorosa (che però in genere migliora in 3-6 mesi), la lesione chirurgica (o in corso d'intervento) di un ramo
nervoso(soprattutto nel caso di decorsi anatomicamente anomali), le infezioni.
Dopo l'intervento non si deve muovere il dito interessato